Proseguiamo il nostro viaggio/racconto sui materiali e le tecniche che mi permettono di realizzare gli album per tutti voi.
Oggi parliamo dell’ “acquerello”; la tecnica che uso per impreziosire le copertine e le pagine interne dei miei album.
Prima di raccontarvi il perché scelgo fra le infinite tecniche proprio questa, qualche breve cenno storico sulla nascita e il suo uso…
In fondo resto pur sempre una prof. no???

L’acquerello nella storia

L’acquerello è una tecnica espressiva con una antichissima tradizione pittorica, si fa risalire addirittura alle pitture rupestri; seppur è diventata una forma espressiva molto usata, nel Medio Evo, per la realizzazione ad opera dei monaci dei codici miniati. Nel II sec. d.C. nell’antico Egitto si acquerellava su fogli di papiro. In seguito dal 1500 in Europa è stato impiegato per l’esecuzione di studi botanici e scientifici da artisti come Rubens e Salvator Rosa, precursori dello studio fotografico di specie. Ma udite udite il pittore e incisore più importante dell’epoca per i suoi paesaggi acquerellati è Albrecht Dürer. Nel corso dei secoli svariati artisti hanno sperimentato questa tecnica; nello specifico cito con immenso piacere W. Turner (amo i suoi colori intensi e carichi di energia), E. Delacroix, C. Corot, H. Degas, P. Cezanne, P. Picasso, P. Klee fonte di ispirazione nel corso dei miei studi.

Albrecht dürer il borgo
tramonto acquerello turner

La tecnica.

Addentriamoci adesso, nella conoscenza delle caratteristiche di questa meravigliosa, tecnica pittorica.
Innanzi tutto sfatiamo un mito, non è poi così facile come si crede da realizzare. Il suo uso richiede una elevata maestria e precisione nell’esecuzione del disegno di base e dell’applicazione del colore. Se l’artista non possiede una mano fluida e al contempo precisa, gli acquarelli prodotti risulteranno pasticciati spenti e poco eleganti. Ogni pennellata è definitiva, non si possono effettuare correzioni per sovrapposizione come per le tempere o per i colori ad olio. La trasparenza e la nitidezza del colore sono caratteristiche che contraddistinguono tale tecnica. L’intensità del colore è determinata dalla quantità di acqua usata. Il bianco è bandito dalla palette di colori, la luminosità è resa dal colore di fondo del supporto cartaceo sul quale viene realizzato l’acquerello.

Per la realizzazione di un acquerello bisogna:

  • Innanzi tutto acquistare materiali di buona qualità (carta, colori e pennelli)
  • Realizzare un disegno di base che fungerà da guida per la futura campitura (n.b. usate una matita leggera, il disegno per la trasparenza tipica della tecnica, resterà visibile)
  • Preparare il colore sufficiente all’intera aria da dipingere (se il colore si asciuga si notano le giunture fra le pennellate e i toni)
  • Iniziare a campire per prima le zone chiare e via via per sovrapposizione di pennellate arrivare a quelle scure
  • Toccare il meno possibile il foglio con le mani, per evitare che il grasso presente sulle nostre mani determini sul foglio delle zone disomogenee di assorbimento.
acquerello mani e pennello
mani pennello e acquerelli

Metodi di campitura.

Esistono fondamentalmente tre metodi di campitura che utilizzano come medium l’acqua:

  • Bagnato su bagnato
  • Bagnato su asciutto
  • Velature sovrapposte

Vi accenno qualcosa per i diversi metodi.
Iniziamo parlando del primo metodo il bagnato su bagnato
Nonostante i luoghi comuni risulta il metodo più complesso, richiede una estrema conoscenza dei materiali da parte dell’artista. Sicuramente ci permette di ottenere dei risultati molto scenografici e suggestivi, ma se non si possiedono controllo e precisione si realizzano dei veri e propri pastrocchi. Ovviamente come ci suggerisce il nome stesso della tecnica sia il foglio che il pennello devono essere bagnati.
Ed eccoci al metodo che utilizzo per i miei acquerelli: il bagnato su asciutto
Si ottiene bagnando il pennello e stendendo il colore su un supporto asciutto modulando l’intensità e il tratto.  Amo tale metodo perché mi permette di giocare con le intensità in funzione della pressione che applico sul foglio o sulla scelta della tinta di base.
Lavorare su un foglio bagnato seppur molto interessante ed affascinante per la resa finale lo trovo troppo imprevedibile ed eterogeneo. Rende la carta increspata se bagnata eccessivamente e quindi poco adatta al mio fine. Le copertine devono aderire in maniera uniforme al supporto e le pagine interne devono risultare omogenee quasi intonse pronte ad accogliere le vostre storie e quindi preferisco utilizzare tale tecnica che trovo più idonea alle mie e alle vostre future esigenze.
Ed infine parliamo delle velature sovrapposte. Quest’ultime sono delle macchie di colore che vengono sovrapposte le une sulle altre fino ad ottenere luci e ombre necessarie per rappresentare la profondità del soggetto disegnato.

Perchè l’acquerello.

Credo che dopo avere letto queste poche righe sull’acquerello risulterà immediato a tutti capire il perché l’ho scelta. Mi rappresenta in pieno!
A seconda del medium usato si può modulare ed ottenere dei risultati completamente diversi ma al contempo piacevoli. Delicati e trasparenti e un secondo dopo brillanti e carichi di grinta.
Al liceo la mia prof. di ornato diceva che la mia mano delicata era perfetta per gli acquerelli… quando dipingevo diceva sempre che le mie cromie delicate ricordavano un bel banco di gelati; gioiosi, golosi e velati un batuffolo nel quale immergersi. Dal giorno del mio esame di maturità li ho scelti e da allora non li ho più abbandonati.
Consiglio a tutti di sperimentarli, vi stupiranno. O li ami o li odi un po’ come me…
Buon acquerello a tutti

Norma Renda